INDIVIDUAZIONE DI SUOLI TORBOSI NEL BACINO SCOLANTE DELLA LAGUNA DI VENEZIA MEDIANTE TELERILEVAMENTO, ANALISI SPETTRALI ED INVESTIGAZIONI IN SITU

 

  • Ambito scientifico e finalità del progetto

  • Il problema della subsidenza nel Bacino Zennare

  • Carta Geologica e Geomorfologica 2002

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    Ambito scientifico e finalità del progetto

    Il seguente lavoro fa parte del progetto VOSS (Venice Organic Soil Subsidence) che rientra nel programma di ricerca 2000-2004, Area 3 Processi Ambientali, Linea di ricerca 3.1 Linee di tendenza dei processi nell’ottica dei cambiamenti globali, gestito dal CORILA (Consorzio per la Gestione del Centro di Coordinamento delle Attività di Ricerca e Inerenti il Sistema Lagunare  di Venezia). 

    La linea di ricerca, cofinanziata dal Magistrato alle Acque attraverso il suo Servizio Informativo, dal Consorzio di Bonifica Adige-Bacchiglione e dalle ditte Te.Ma S.n.c., A.T.A., Pergeo (GeoTea) S.n.c., è stata divisa in due Unità Operative (Gruppi di Ricerca) coordinate dal Prof. Giuseppe Gambolati (DMMSA-UNIPD). La prima Unità, in cui rientra il progettoVOSS, ha come scopo principale lo studio modellistico-sperimentale della subsidenza dei terreni torbosi e la previsione dell’evoluzione altimetrica della zona Sud-Orientale del bacino scolante della Laguna di Venezia in relazione alle variazioni climatiche; la seconda svolge una ricerca dal titolo “Analisi delle tendenze climatiche indotte da cambiamenti globali: ripercussioni sull’area veneziana . Quale contraente principale della prima Unità Operativa è stato scelto il Dipartimento di Metodi e Modelli Matematici per le Scienze Applicate - Università di Padova (DMMMSA) e Responsabile di Progetto il Prof. Giuseppe Gambolati, mentre come Contraente Associato l’Istituto per lo Studio della Dinamica delle Grandi masse - CNR (ISDGM-CNR). Tra i patner, oltre ai cofinanziatori sopra citati, si annovera il Center for Hydrologic Science- Duke University (CHS).

    Il progetto VOSS costituisce una ricerca complementare al Progetto ISES (acronimo per Intrusione Salina e Subsidenza), iniziato nel 1999 ed in fase conclusiva, per iniziativa congiunta della Provincia di Venezia – Ufficio Difesa del Suolo e dell’Istituto per lo Studio sulle Dinamiche delle Grandi Masse (ISDGM) del CNR. ISES nasce con lo scopo di approfondire le conoscenze sui progetti di intrusioni di acque saline nel sottosuolo e di subsidenza del comprensorio Provincia di Padova e Venezia. Il progetto è finalizzato alla definizione della subsidenza nell'area della bassa provincia di Venezia e di Padova. Viene attuato tramite specifico protocollo di intesa 10 enti territoriali (Provincia di Venezia, CNR - ISDGM, Magistrato alle Acque, Provincia di Padova, Autorità di Bacino dell'Adige, Consorzio di bonifica Adige Bacchiglione, Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta, Consorzio di bonifica Polesine Adige Canal Bianco, Consorzio di Bonifica Delta Po Adige, Comune di Chioggia). 

    Il Servizio Informativo del Magistrato alle Acque di Venezia ha preso parte in modo attivo all’analisi dei problemi affrontati dal progetto VOSS, mettendo a disposizione le competenze in ambito di analisi di dati telerilevati. L’obiettivo principale di tali analisi è il riconoscimento delle aree torbose all’interno del Bacino Zennare, localizzato nella parte meridionale del Bacino Scolante della laguna di Venezia (Fig.1) e, possibilmente, l’estensione di tale procedura all’intero bacino scolante. Il lavoro è stato svolto in stretta collaborazione con il Dipartimento di Metodi e Modelli Matematici per le Scienze Applicate - Università di Padova (DMMMSA) e l’Istituto per lo Studio della Dinamica delle Grandi masse - CNR (ISDGM-CNR).Tale collaborazione ha permesso di avere a disposizione tutti i dati geologici-geomorfologici (e.g.  la Carta Geologica e Geomorfologica 2002 (Rizzetto et al., 2002) redatta dal CNR in questo progetto per il Bacino Zennare e le trivellate effettuate in campo tra il 2002 ed il 2003), fondamentali per tarare e verificare le metodologie di analisi dei dati satellitari.

    Il problema della subsidenza nel Bacino Zennare

    Il Bacino Zennare è caratterizzato, oltre che dalla presenza di limi e sabbie che testimoniano i paleoalvi di antichi corsi d’acqua, anche da estese coperture di suoli torbosi ricchi di materia organica dello spessore di 1-1,5 m nella parte centrale che testimoniano antiche paludi. 

    In accordo al “ Treatment of Organic Soils in the U.S.D.A. 7th Approximation Soil Classification” i suoli torbosi presenti nell’area di studio possono essere definiti come Istosuoli, cioè suolo con materiale organico di spessore superiore a cm 40 entro i primi 80 cm di profondità. Si veda in proposito la carta geologica e geomorfologica redatta dall' Instituto per lo Studio delle Grandi Masse (ISDGM) del CNR per tale progetto (Carta Geologica e Geomorfologica 2002 ) (Rizzetto et al., 2002).

    Nella seconda metà del 19° secolo l’intera area venne reclamizzata avviando la bonifica e il successivo sfruttamento agricolo che si concluse nella metà del 20° secolo. L’intenso sfruttamento agricolo associato alla bonifica e quindi al drenaggio intenso dei suoli, ha comportato che i suoli torbosi, venuti a contatto con l’atmosfera, si ossidassero perdendo massa e rilasciando nell’atmosfera CO2. 

    La subsidenza indotta da questi processi geochimici, influenzata dalla temperatura dei suoli, dal grado di umidità e dalla frazione di materia organica,  è stata stimata di 2-4 cm all’anno comparando la rete di livellazione messe a disposizioni dalle autorità di bacino, punti di elevazioni della Carta Topografica Regionale del 1983 ed evidenze su opere antropiche quali ponti, calali e chiuse (Fig.2, Fig.3, Fig.4).  La consolidazione naturale dei sedimenti è responsabile in minima parte con tassi di 2-3mm l’anno.

    Attraverso il progetto VOSS si sta studiando nel dettaglio la subsidenza nel Bacino Scolante dovuta all’ossidazione delle torbe ed in particolare le relazioni tra il regime idrogeologico, la temperatura, la perdita di suolo sotto forma di flussi di CO2 dal terreno all’atmosfera, e le velocità del fenomeno.